Fino
ad oggi, nessuna sonda inviata nello spazio ha potuto dimostrare
l'esistenza di tracce di vita extraterrestre. Ma tra gli studiosi
è risaputo da tempo che c'è vita là fuori.
È dalla fine dell'ultimo secolo si parla nei locali per concerti
di queste quattro strane e scalmanate creature. L'attacco
era stato ben congeniato. Ebbe tutto inizio quando tre cloni atterrarono
dall'altra parte dell'Atlantico e cominciarono ad imparare la lingua
di Shakespeare, e presto modificarono il loro stile di vita per
meglio adeguarsi alla cultura della nazione: Ciò li spinse
a sviluppare un rock'n'roll punk made in U.S.A. alla Bad Religion
e NoFX. Dopo aver completato il processo di apprendimento, Motor
ED (voce/chitarra), Trint (voce, chitarra) e Daff (batteria) decisero
di proseguire la colonizzazione del pianeta. Prossima fermata: la
Francia. Fu qui che trovarono e reclutarono il loro nuovo ed ultimo
membro, Big Jim, una meraviglia al basso, e il quartetto cominciò
ad attraversare la Francia metropolitana ascoltando band come Burning
Heads e NRA. Le voci si diffusero
in fretta, tutte piene di complimenti. Com'era possibile suonare
con tanta passione, rapidità e precisione e saltare così
in alto? Sicuramente non poteva essere opera di quattro esseri umani.
All'alba del 21° secolo UMFM aveva ottenuto due successi musicali,
Welcome to... (2000) e Vote for Me) (2001), entrambi i quali tradivano
le loro reali intenzioni: conquistare la Francia, il Mondo, l'Universo.
Il quartetto di mutanti non poteva limitarsi a questo. Organizzarono
così due mitici concerti insieme ad Emo Glam Connection al
fianco di Sexy Pop, Homeboys, X-Synditcate, Dead Pop Club, Flying
Donuts e Second Rate. Nel loro successivo progetto, gli Unco ebbero
l'opportunità di registrare l'Ep Kill the Fuse sotto l'ala
protettiva di Steve Albini (Nirvana, Dyonisos) dimostrando le loro
capacità acustiche, con un altro genere musicale ma sempre
lo stesso gruppo. Per sviluppare
il loro nuovo sound extraterrestre tornarono da Ryan Greene, il
re del rock'n'roll punk californiano (NoFX, No Use For a Name, Lagwagon)
e rimasero chiusi per cinque settimane nello studio di Fat Mike
per dissezionare ogni brano per ore, a volte giorni, sotto l'attento
e scrupoloso orecchio di Mr. Greene. Dopo tre settimane di duro
lavoro, gioie, tensioni ed esaurimenti, erano finalmente pronti
ad imbracciare la loro nuova arma Noise Pollution. Inarrestabile
potenza di fuoco, raffiche di incalzanti attacchi punk così
precisi da essere inevitabili. La macchina era accesa, i meccanismi
ben oliati. Osservate ora i cieli, gli scaffali dei CD, le mura
delle città e dei locali, gli Uomini di Marte vi faranno
presto visita, è scritto! Davis Vincent non era pazzo, non
più di Fox Mulder. È inutile combattere, è
già troppo tardi.
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