I
Burning Heads iniziano la loro avventura nel 1988 ad Orleans in
Francia. Nati dalle ceneri di varie band locali decidono da subito
di dedicarsi ad un punk rock influenzato dal New York Style Hardcore
e da band come Dag Nasty, Government Issue e Descendents. Dopo vari
split autoprodotti e vari pezzi su compilation internazionali giungono
nel '92 al primo album Burning Heads prodotto nientedimeno che da
Donnel Cameron dei Bad Religion, co-proprietario della Epitaph Records
insieme a Brett Gurewitz. L'album gli permette di avere grande visibilità
e cosi riescono ad uscire dai confini nazionali per iniziare un
lungo tour europeo prediligendo sempre contesti politici e centri
sociali per poter dare voce alle loro proteste. La consacrazione
a livello mondiale però arriva nel '94 con Dive prodotto
da Jack Envino famoso per aver collaborato con band come Nirvana
e Soundgarden. Da questo momento in poi la loro carriera prende
una svolta decisiva e iniziano continui tour mondiali con band del
calibro di Nofx, Bad Religion, Propagandhi e Down By Law ma sempre
senza dimenticarsi del loro impegno sociale che nel '95 li vede
schierati decisamente contro la politica nucleare del primo ministro
francese Chirac. Con l'uscita di Super Modern World, terzo album
della band in cui le tematiche sociali e politiche anti-Chirac la
fanno da padrone la band arriva ad affermare: "Se le scureggie
nucleari di Chirac non hanno distrutto il mondo, questo album lo
farà" E cosi fu poichè l'album ottenne un incredibile
successo e la Epitaph Records li mise sotto contratto. Dopo aver
macinato tanti chilometri con il loro camioncino arancione ed aver
pubblicato un Best Of e un altro album di puro punk rock old style
Escape decidono di dare libero sfogo alla loro vena clashiana e
si cimentano con un album Reggae Opposite che dimostra lo straordinario
eclettismo di questa band ma che allontana da loro i fan di vecchia
data cari al loro vecchio sound. Nel 2003 però ritornano
più carichi che mai con un album dedicato ad una città
del Sud Italia: Taranto. In questo album ritornano al loro vecchio
stile mantenendo sempre la loro rabbia e la voglia di giustizia
sociale e lo stesso Pierre afferma: "Noi cantiamo quello che
vediamo con i nostri occhi. Nelle nostre canzoni parliamo di giustizia
sociale, di droghe leggere di cui siamo consumatori e per le quali
sosteniamo la liberalizzazione, dei problemi della Globalizzazione
selvaggia. Non ci sentiamo superiori a nessuno, suonare ci permette
di vivere ai margini di questa società e vederla con occhi
diversi ed è questo che ci interessa".
|